Alberto Pica

Alberto Pica nasce a Roma il 23 ottobre del 1935. Non appena terminata la scuola dell’obbligo, il padre Antonio gli chiede di dare una mano al negozio, in quel periodo una delle poche latterie con annesso bar, che la famiglia gestisce nel popolare quartiere di San Lorenzo, in piazzale Tiburtino. Qui fa la gavetta che lo porta ad acquisire i segreti del mestiere. Presto comprende quanto sia importante abbinare alla pratica ogni elemento teorico utile a completare il proprio bagaglio professionale. Per questo accresce la sua formazione frequentando i corsi (non obbligatori) in tema di igiene degli alimenti, organizzati nel distretto sanitario di via Merulana.

La famiglia asseconda la sua una innata e naturale predisposizione, mentre Alberto intuisce che, per condurre al meglio il suo lavoro, ha bisogno di condividere le esperienze con gli altri suoi colleghi. Aderisce quindi alla fine degli anni ’50 all’Associazione Esercenti Latterie, al tempo affiliata all’Unione Commercianti di Roma e Provincia (oggi Confcommercio Roma) dove non si limita ad essere un semplice gregario, ma dimostra presto a tutti di poter rivestire incarichi di responsabilità, divenendo dapprima un componente del Consiglio Direttivo dell’Associazione e, nel 1965, a soli 30 anni, il Presidente dell’organizzazione di categoria.

Pica promuove poi la costituzione di un Sindacato nazionale (Sanel) per tutelare sia l’esclusività della vendita che la tutela del latte fresco e, insieme ai rappresentanti della produzione locale, delle Centrali del Latte pubbliche e private, la sua Associazione combatte per lungo tempo contro gli interessi delle aggressive multinazionali del settore.

All’inizio degli anni ’70 Alberto Pica, sempre come Associazione, mette in campo una strategia che porta, nel giro di poco tempo, a trasformare le latterie romane, abbinando loro il servizio di caffetteria e di buffet freddo. Le “licenze” aumentano ed i colleghi più emancipati dei pubblici esercizi cominciano a subire una concorrenza della quale beneficieranno anche i clienti, dal momento che contribuisce a contenere i prezzi per una vasta gamma di consumazioni.

L’impegno sindacale non impedisce ad Alberto Pica di seguire al meglio la sua attività imprenditoriale. E così, nel 1971, considera maturi i tempi per aprire un locale più grande e, soprattutto, in una zona più centrale di Roma, in via della Seggiola nel rione Regola. L’investimento è di tutto rispetto. Oltre che il bar ed il reparto latteria, l’offerta ai clienti si arricchisce con la tavola calda e, soprattutto, con la produzione di gelati prodotti artigianalmente, che occupa uno spazio importante rispetto a tutto il resto.

Intanto la carriera di sindacalista prosegue altrettanto ricca di soddisfazioni. Nel 1970 Alberto Pica entra a far parte della Giunta esecutiva della Confcommercio Roma e tre anni più tardi gli viene riconosciuta la rappresentanza del settore dei pubblici esercizi, con l’elezione a vicepresidente dell’organizzazione. Ricopre la carica per più mandati e questo serve come trampolino di lancio per scalare le cariche nella Federazione Italiana Pubblici Esercizi, dove diviene vicepresidente nel 1982.

Quella per il gelato artigianale diviene più che una passione. È il periodo nel quale, anche nell’opinione pubblica e soprattutto sui giornali, il suo nome comincia ad essere immedesimato con il mondo del gelato artigianale.

Inizialmente la produzione di gelato viene curata dal padre Antonio, che da giovane si formò nella storica gelateria Giolitti, ma Alberto Pica e la moglie Maria comunque lo affiancano e diventano entrambi, da subito, provetti artigiani.

In quegli anni nasce anche il “Comitato per la Difesa e la Diffusione del Gelato Artigianale”, un sistema di tipo federativo al quale aderiscono le organizzazioni aventi quel preciso comune denominatore. A fianco delle associazioni degli esercenti di riferimento tutte facenti capo alla Confcommercio, ci sono l’ACOMAG e l’AIIPA. Tutti uniti in un fronte comune per cercare di conquistare spazi di mercato, sottraendoli a chi lo monopolizza con la produzione dell’ice cream industriale.

Anche in questo caso Alberto Pica propone la costituzione di un’Associazione, quella dei gelatieri (AIG), all’interno della quale la missione è comunque soprattutto quella di promuovere il gelato artigianale. Da qui pensa, nel 1986, al lancio di una manifestazione per contribuire a legare il rapporto tra i gelatieri e i bambini delle scuole materne ed elementari. Nasce così “Gelato a Primavera” e la cartolina che servirà a ritirare gratuitamente il cono gelato è ideata dallo stesso Alberto.

Intanto, a coronamento della carriera di rappresentante del settore dei pubblici esercizi, a metà degli anni ’90 arriva la prestigiosa designazione che lo vede, per due mandati, far parte della Giunta della Camera di Commercio di Roma, presieduta da Luciano Lucci.

Una volta superato il secondo millennio, Alberto Pica accompagna la crescita esponenziale del “sistema” riconducibile al gelato artigianale, diventando una sorta di uomo-immagine. Attraverso questa figura ha lasciato un’eredità che l’Accademia porta avanti.


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